Nella biblioteca Comunale della città di Arezzo, lo staff di Visitarezzo, ha scovato un piccolo tesoro: un fascicolo di itinerari per la città proposti e pensati dal Comune di Arezzo, intitolato "La città nascosta"!
Vogliamo quindi, condividerli con tutti voi, affinché possiate seguire questi consigli e per riscoprire le opere nascoste della città!
Di seguito viene riportato il Secondo itinerario riportato nella guida:
9 - Cattedrale: campanile
L'innalzamento del campanile del Duomo si può annoverare nell'esiguo numero delle opere che la città ha più manifestamente sostenuto. La costruzione della nuova torre, che prendeva il posto di un inadeguato campanile "a ventola", era stata interrotta nel 1860; successivamente, sulla spinta del ritrovato fervore per gli antichi splendori della città, con il patrocinio di Giovanni Papini e di altri, il Castellucci delineò il progetto più convincen-le, mettendo mano all'imponente esecuzione dell'opera (1931- 1936/37) che si eleva sul preesistente rinforzato troncone per oltre trenta metri, con una cuspide di ventuno alla cui base si aprono su di un completo orizzonte visivo grandi finestre oculari. L'immagine odierna di Arezzo culmina in quella svettante ed allungata guglia del Duomo, che ha assunto così un preminente valore di riconoscimento nel profilo urbano remoto, a simbolo stesso della città. (G.C.)
10 - Museo Diocesano d'Arte Sacra
La visita del Museo rappresenta uno degli eventi di maggiore importanza per la città, che ottiene in tal modo la restituzione al pubblico di una raccolta di grandissimo interesse artistico. All' interno si possono ammirare tre Crocefissi romanici, una preziosa Annunciazione del XIV secolo e due affreschi di Spinello Aretino. Sono inoltre presenti nomi famosi quali Bartolomeo della Gatta, Domenico Pecori, Luca Signorelli, Giorgio Vasari ed altri. Nella sezione dedicata all'oreficeria sa-cra, si notano due corone in lamina d'oro della fine del XVI secolo, il busto argenteo di S. Donato, una croce in cristallo di rocca datata 1466, alcuni calici risalenti al 500 nonchè la Pace di Siena, donata dai senesi durante il Viva Maria nel 1799.
11 - Palazzo della Provincia: Atrio del ricevimento - fronte via dell' orto
Uno spazio architettonico estremamente caratterizzato pur meno noto della maestosa e ridondante Sala dei Grandi, disegna in realtà l'archetipo del neomedievalismo aretino che impronta di sé l'architettura reinventata dello stesso palazzo della Provincia. Al pianterreno le decorazioni pittoriche (1922/25) di Adolfo De Carolis formano un tutto unico con l'architettura neogotica dell'ambiente.
La composita espressione architettonica del palazzo della Provincia è frutto palese delle contraddizioni dell' epoca, tutta protesa a ritrovare gli splendori del passato perduto, come evidenziano i caratteri diversificati dei fronti edilizi che contrappongono i prevalenti stilemi medievali dei prospetti in via Ricasoli alle forme tardo rinascimentali della facciata di via dell' Orto. (G.C.)
12 - Palazzo Comunale con torre dell'orologio
La ricostruzione della Torre dell'Orologio (1930/32) è certamente il "restauro novecentesco" più ricordato. La fortuna dell'intervento è da ricercarsi nelle radici più remote della città: nell'invenzione scenica messa in atto nel comporre ex novo, ma con il gusto dell'antico, la facciata del palazzo pubblico, nell'aver "ripulito" le possenti mura a vista ed il poderoso "campano", nonché innalzato l'alto coronamento merlato alla
"ghibellina", che ricorda esplicitamente il dominio di Arezzo prima della sconfitta di Campaldino. Fu restituita una fisionomia stort-camente credibile al nobile palazzo dei Priori che era decaduto "come un edificio imbastardito, senza carattere". (G.C.)
All'interno del salone a piano terra affresco Nel dipinto è inserita una interessante veduta dell' Arezzo seicentesca.
13 - Palazzo delle Statue: Affreschi Salone
Dove oggi sorge l'edificio esisteva già una casa di proprietà della famiglia Albergotti. Nel 1792-99 il palazzo viene costruito su progetto del chiancianese Leonardo Massimiliano de Vegni.
A motivo del coronamento di figure allegoriche in cotto poste sul cornicione di gronda, realizzate da Arcangelo Ciofini, viene detto "delle Statue". Nel 1830 il Palazzo venne venduto e divenne sede del governo granducale in Arezzo.
L'ampio ingresso voltato conduce attraverso un portale ad arco al grande salone affrescato, coperto da una volta a padiglione unghiata. Gli ambienti che si affacciano sul grande giardino all'italiana sono decorati con pregevoli affreschi attribuiti a Giovan Battista Biondi e all'Ademollo risalenti alla prima metà del XIX secolo e raffiguranti quinte architettoniche e motivi denza ai BBAAAS antropomorfici di sapore manieristico. (M.M.)
14 - Piazza Grande di Arezzo in un quadro della Fraternita
Il quadro si trova nella sala dei Rettori all'interno del Palazzo De Giudici, attuale sede della Fraternita dei Laici. Fa parte di una quadreria cui appartengono anche opere di autori famosi, quali Pietro Benvenuti, Angiolo Ricci, Pietro Ermini ed altri.
Il dipinto ha due soggetti: il primo è Piazza Grande con i suoi palazzi e le sue strutture architettoniche: le Logge del Vasari, il Palazzo di Fraternita, la fontana, le scalinate e le fabbriche civili; il secondo è la vita che si svolgeva solitamente nella piazza, in cui la Fraternita appare come elemento dominante. La veduta è imperniata sulle Logge, a fine '700 centro dell'attività stessa della Fraternita. Il quadro risale agli anni Ottanta del XVIII secolo, ed è probabilmente opera di Cristoforo Donato Conti (1723 - 1790). (C.N.)
15 - Il Cappello di Ferro (Istituto Thevenin)
Il palazzo venne fatto costruire nel 1570, su preesistenze trecentesche, dal cardinale Sie-fano Bonucci. Questi pose all'esterno della sua nuova abitazione, assieme allo stemma di famiglia, un cappello cardinalizio in ferro battuto, e così gli aretini chiamarono il palazzo con il pittoresco nome di "Cappello di Ferro".
L'edificio passò in seguito ai Subiano. Radicali modifiche si ebbero nell'Ottocento e, finalmente, nel '900 l'ultimo erede dei Subiano lasciò il palazzo in beneficienza. La suora di carità Gabriella Thevenin, viennese, vi fondò l' Orfanotrofio che da lei prese il nome.
Nei lavori di sistemazione dell' Istituto, nel 1930, venne chiuso un vicolo tronco, la Contrada di S. Gregorio, che anticamente collegava via Sassoverde con l'area del Palazzo Vescovile. Recentemente, nel 1981, sono stati effettuati ulteriori restauri. (M.M.)
16 - Casa Vasari: giardino
La casa che Giorgio Vasari volle costruirsi nella città natia fu terminata nel 1550, e forse un primo impianto del giardino risale a quell' epoca. Esso era probabilmente in origine usato come orto ("Da fare orti bellissi-mi" dice lo stesso Vasari parlando dei terreni annessi alla casa). Nel 1687, morto l'ultimo erede Vasari, la casa passò alla Fraternita dei Laici. Venne poi venduta ad una famiglia privata, i Brozzi, che nel 1871 la cedettero ai Paglicci. Nel 1911, finalmente, la proprietà diventa statale. L'ampiezza del giardino viene ridotta per l'esclusione della "limonaia".
Esso, alquanto irregolare nella sua sistemazione precedente, viene trasformato in "giardino all' italiana", con uno schema simmetrico di aiuole geometriche. L'ultimo restauro risale agli anni 1975/78. (C.N.)
NELLA GALLERIA IMMAGINI TROVATE LA MAPPA DELL'ITINERARIO
L'anfiteatro fu costruito a cavallo fra gli ultimi anni del I secolo e i primi del II (la datazione dell'edificio è da porsi in età adrianea, 117-138 d.C.).
Esso, che subì durante i secoli gravissime menomazioni, fu esplorato per la prima volta negli anni 1914-1915; gli scavi, interrotti a causa della guerra, furono ripresi nel 1926.
Dal 1950 il monumento è stato sottoposto a periodici restauri che lo hanno portato completamente alla luce.
Il sito archeologico ha un asse maggiore di 121 metri e uno minore di 68 metri.
L'anfiteatro è ellittico e dotato di gradinate su due ordini: della struttura, realizzata usando blocchi di arenaria, laterizi e marmo, rimangono la platea e i resti degli ambulacri.
Le sostruzioni alle gradinate dell'anfiteatro comprendevano due ambulacri (corridoi coperti) concentrici ed un terzo anello che doveva delimitare l'arena.
Scomparsi ormai il portico e l'ambulacro perimetrali, è tuttavia possibile individuare i due accessi principali agli estremi dell'asse longitudinale ed i due secondari in corrispondenza dell'asse trasversale.
Ai tre ambulacri si interponevano due fasce di strutture portanti interrotte dai vomitoria, da cellae terraneae e da accessi con scale che si svolgevano tutti intorno all'ellisse, alternandosi con regolarità. Delle strutture restano parti diverse a seconda dei vari punti del perimetro; permangono ampi resti delle costruzioni della cavea: volte dei vomitoria, parzialmente incorporate nei resti del convento, resti di scale per accedere alla media cavea. Sono invece scomparse le gradinate della cavea, anche se si può indicarne il grado di pendenza, riferendosi agli scarsi resti rimasti sul terreno.
Si sono potute facilmente ricostruire le misure dell'anfiteatro: si tratta di una struttura con arena di grandi dimensioni (71,9 x 42,7 metri), solo di poco inferiore a quella del Colosseo (77 x 46,5 metri). Assai minore è, in proporzione, lo spessore della fascia muraria (24,7 metri). Le strutture dell'anfiteatro aretino alternano rivestimenti di tipo canonico ad altri di tipo più raro. Le volte dei corridoi anulari sono in opus coementicum (malta mista a coementa, ossia pietrame tufaceo o siliceo). Nei rivestimenti murarii viene adottato l'opus mixtum, si alterna cioè l'opus reticulatum (quadrelli disposti in lunghi filari obliqui) all'opus vittatum (file, vittae, di tufelli rettangolari alternate a superfici laterizie). Le scale interne sono in travertino, all'esterno, l'anfiteatro era probabilmente rivestito di arenaria locale.
L'anfiteatro ha subito diversi saccheggi nel corso degli anni e parte del materiale è stato utilizzato per realizzare alcuni edifici religiosi. Una testimonianza di questo uso è il Monastero di San Bernardo, che fu realizzato nel XVI secolo a ridosso dell'emiciclo sud e che oggi ospita il Museo Archeologico.
Dotata di una capienza presunta di circa 8.000 - 10.000 spettatori, la struttura - accessibile da via Margaritone e da via Francesco Crispi, viene utilizzata oggi come teatro all'aperto.
Punto 21: Vedi la Mappa »
Nella biblioteca Comunale della città di Arezzo, lo staff di Visitarezzo, ha scovato un piccolo tesoro: un fascicolo di itinerari per la città proposti e pensati dal Comune di Arezzo, intitolato "La città nascosta"!
Vogliamo quindi, condividerli con tutti voi, affinché possiate seguire questi consigli e per riscoprire le opere nascoste della città!
Di seguito viene riportato il Terzo itinerario riportato nella guida:
17 - Cappellina della Madonna del Conforto
Sulla via Vecchia si trovava, a fine "700, l'Ospizio dei Camaldolesi con un appezzamento di terreno coltivato; questo era quanto rimaneva del possesso camaldolese della Badia di San Clemente.
Nello spaccio dell'ospizio avvenne, la sera del 15 Febbraio 1796, alla presenza di tre artigiani e della gestrice del locale, il miracolo della Madonna del Conforto.
Un' immagine della Madonna di Provenzano, venerata a Siena e probabilmente portata dentro lo spaccio da quella città, mutò "di oscura e quasi nera in bianca risplendente e bella"
Dopo la manifestazione l'immagine venne traslata prima nella cappella dell' ospizio, che si affacciava su via S. Clemente, poi in Cattedrale. (M.M.)
18 - Palazzo Pretorio con veduta affrescata di Arezzo
Il Palazzo Pretorio occupa l'area dove anticamente sorgevano i palazzi delle nobili famiglie guelfe degli Albergotti, dei Lodomeri e dei Sassoli. Nel 1404 il Comune acquistò il palazzo Sassoli per collocarvi le Carceri della città e nel 1632 divenne pubblico anche il palazzo Albergotti. Nel corso dei secoli, l'intera struttura ha subito vari rifacimenti e manomissioni e, a partire dalla prima metà del'400, é invalsa l'abitudine di apporre nella facciata gli stemmi dei podestà e dei capitani più degni. Si segnalano all'interno:
sulla destra dell'andito, l'antica Cappella con una frammentaria Annunciazione;
al primo piano, nella sala piccola un tabernacolo domestico ad arco ribassato, addentrato nel muro con l'immagine della Madonna con Bambino, risalente al XIV secolo;
al secondo piano, la sala d'angolo con un sec. con veduta della città di Arezzo bel soffitto lignVisita: al piano primo affresco del XVI -al secondo piano, la sala d'angolo con un sec. con veduta della città di Arezzo bel soffitto ligneo cinquecentesco. (C.N.)
19 - Praticino
Area di grande interesse, si divide in due zone distinte: quella a fronte di Palazzo Pretorio, occupata dai resti del palazzo del popolo e quella a quota più elevata costituita da un giardino all'italiana prospicente via dei Palagi.
Il palazzo del Popolo, edificato nella seconda metà del XIII sec., cominciò il suo declino nel sec XIV, con l'assoggetamento delle città da parte di Firenze. Nel 500 ne venne abbattuta la torre al momento della costruzione della Fortezza, e già nel 600 non restavano che delle rovine. Il giardino nella parte superiore del Praticino, a cui si accede anche direttamente da Piazza Grande tramite una sca-linata, è con le sue due svettanti colonne in arenaria, l'ennesimo tributo degli anni '30 al rifacimento in "stile" del centro storico.
Anche il tempietto che sovrasta le rovine del Palazzo del Popolo, in stile rinascimentale, fu costruito nel 1928 sostituendone uno costruito in stile neoclassico. (M.M.)
20 - Palazzo Camaiani Albergotti e Torre Littoria: Dipinto murale
Con il fregio allegorico di Galileo Chini, dipinto tra gli spartiti dei mensoloni lignei che sorreggono la suggestiva tettoia posta a protezione della monumentale scalinata di accesso, si completa la strutturazione ed il riordino, dal marcato rifacimento stilistico (ing. U. Tavanti 1904-5), condotti per la riduzione a sede della Cassa di Risparmio di Arezzo dell' antico palazzo Albergotti Camaiani.
Trasferitasi la Banca in altra sede il palazzo fu destinato a Casa del Fascio e nel muovo restauro (arch. G. Castellucci, 1933) venne rialzata la casa torre inglobata nell' edificio ed erroneamente indicata come Torre Bigazza. Nella cella campanaria appositamente creata con il rialzamento, suonava il batacchio che chiamava le adunate fasciste. (G.C.)
21 - Logge Vasari: Teatro Grande della Fraternita
Nel 1597, a distanza di soli dodici anni dalla costruzione del Teatro Olimpico di Vicenza e del Teatro degli Uffizi a Firenze, anche Arezzo ha il suo teatro "coperto", il Salone o "Stanzone" delle commedie ricavato all'interno della Fabbrica delle Logge progettate dal Vasari. L'ingresso è posto sul retro, nell'attuale Piazza del Praticino e il Teatro non è ancora rifinito. E la vera inaugurazione avviene infatti nel 1612, in occasione della visita del Granduca Cosimo II.
Poi, nel 1740, l'ormai inadatto "Stanzone delle Commedie" diviene, su progetto dell Architetto Saller, il "Teatro Nuovo" della Fraternita e tre anni dopo il Teatro "Grande" della Fraternita.Il Teatro della Fraternita scompare nell'agosto del 1867 quando diventa "Corte d'Assise" del Tribunale, ribadendo ancora una volta il rapporto tra i luoghi del Teatro e i luoghi della "sofferenza". (A.B.)
22 - Palazzo di Fraternita: torre dell'orologio
La Fraternita di Santa Maria della Misericordia, detta dei Laici nel 700, sorse nella seconda metà del '200 grazie ad un gruppo di persone dirette dai frati Domenicani, con lo scopo di aiutare i poveri, gli infermi e i bisognosi. Il Palazzo sede della Compagnia venne costruito fra il XIV ed il XV secolo, finchè, nel 500, fu alzato, su disegno del Vasari, il campanile che completata la stupenda facciata; nel 1552, Felice da Fossato realizzò il famoso Orologio, uno dei più antichi d'Italia. Alla fine del XVII secolo ne venne rifatto, con il sistema del pendolo, lo "scappamento", cioè il meccanismo destinato a scandire il tempo. La lancetta che indica le ore fa un giro completo in 12 ore, come negli orologi moderni. (C.N.)
23 - Palazzo di Fraternita: la Misericordia" di Parri di Spinello
"Dipinse Pali di Seinello in questo medesimo modo nella Udienza della Fraternita di S. Maria della Misericordia una Nostra Donna e un popolo con S. Gregorio Papa e S. Dona-
1o Vescovo" (G. Vasari, Le Vite...)
Nel 1446 la Fraternita si era ampliata, con la costruzione di una nuova Udienza, il cui decoro principale era costituito da un affresco di Parri di Spinello rappresentante la Madonna della Misericordia con, sotto il manto, il popolo di Arezzo, nelle cui fila si dovevano certo riconoscere alcuni dei più munifici confratelli della pia istituzione. Il lavoro venne pagato a Parri l' 11 Ottobre 1448. Nell' Udienza Nuova ha attualmente
sede l'Ordine degli Avvocati di Arezzo.
(M.M.)
24 - Cofani e Uguccione della Faggiola, torri gemine in Piazza Grande
Il restauro del palazzo Brizzolari in piazza Grande segnò l'avvio di un'imponente azione di ridefinizione urbanistica ed ambientale della grande platea, al fine di ricostituire le pittoresche sembianze del proscenio medie-
vale. Intorno al 1927, per "riportare in luce le vestigia della dimora Cofani", nobilissimo edificio cittadino, si ritrovarono i resti di due torri rimaste inglobate nel palazzo. L'architettura delle parti mancanti, suggerita dall'ing. Umberto Tavanti, fu realizzata nel volgere di pochi anni. A tale opera contribui in maniera decisiva anche la raffinata esperienza dell'arch. Giuseppe Castellucci. Si misero in evidenza le strutture medievali, quelle che mancavano si rifecero e, infine, si rialzo la torre di Uguccione, coronandola di merli.
(G.C.)
25 - Torre Lappoli
Intorno alla fine degli anni Venti / primi anni Trenta la piazza Grande si arricchi rapidamente di molte "perle", ad esempio la torre Lappoli che si elevò più superba delle torri
Cofani, restaurate per prime; ma tutto l'ambiente fu modellato intorno alla liberata abside della Pieve, come in una perfetta ricostruzione scenografica, con un minuzioso lavoro di "arredo urbano": ripavimentazione in cotto, recinzione della cavea con 85 balaustrini collegati con nodose catene in ferro, inserimento "ad arte" di elementi scomparsi, quali il pozzo (riprodotto in un "proto-tipo" per eccellenza) e, soprattutto, il "petrone", ovvero la colonna dell'infamia, o dei bandi. Le casette del fronte Est furono anch'esse oggetto di uno studio attento di reintegrazione dal quale derivarono nuove proposte restaurative. (G.C.)
26 - Torre di Borgunto
Nel 1925 l'arch. Giuseppe Castellucci stabilì un primato, quello della maggiore elevazione ottenuta con il rialzamento delle strutture murarie di un'antica torre cittadina.. Fu intervento molto celebrato, di primo piano in città, frutto maturo del revival stilistico in auge in quegli anni. Quel progetto andava ad assecondare un più ampio disegno urbano che nel giro di un decennio contribuirà a formare il "nuovo volto di Arezzo", che negli anni
Trenta il podestà Pier Ludovico Occhini, grande artefice di tale "rinnovamento", non mancherà di celebrare con grande enfasi tra gli "eventi rimarchevoli" della storia aretina. La torre di Borgunto fu sopraelevata di ben dieci metri, portando così l'altezza totale della struttura alla considerevole misura di trenta metri; tuttavia questo dato non fissò ancora un record definitivo. (G.C.)
27 - Palazzo Girataschi di via Pescioni
La rifusione di più case addossate alle antiche mura, prima cinta difensiva dell'insedia-
mento di promontorio etrusco, ha generato l' odierno palazzo Girataschi.
Questo è caratterizzato dalla soluzione d'angolo con architettura cinquecentesca dove il bugnato del piano terra si eleva, al di sopra dell'edicola, fino al secondo piano. Qui le finestre sono ad arco a tutto sesto e marcadavanzale con bugnato in pietra come il piano terra.
Sempre al piano terra una Maestà conteneva fino a poco tempo fa una statua della Madonna scolpita tra XV e XVI secoloIl Palazzo dell'antica e nobile famiglia Girataschi aveva l'entrata principale su Piaggia S.
Bartolomeo. Ora non restano che poche rovine ed una vasta cisterna trecentesca a piloni. (L.C.)
28 - Chiesa di S.Bartolomeo
Il muro su cui si fonda la chiesa è probabilcon affreschi
mente il podio di un antico tempio pagano (A. Fatucchi). La chiesa vi venne fondata in epoca paleocristiana o altomedievale. Nel medioevo S. Bartolomeo venne decorata di numerose opere d'arte. Nel 1583 la chiesa versava già in condizioni assai misere. Alcuni importanti restauri, quelli a cui la chiesa deve il suo aspetto attuale, vennero compiuti tra fine '500 e primi del '600.
All'interno della chiesetta si possono ammirare gli interessanti affreschi risalenti al XIII/XIVsecolo, recentemente restaurati.
Si possono anche visitare, sotto il livello della chiesa, i recenti scavi con due grandi fosse granarie e varie strutture murarie. (M.M.)
29 - Via S.Niccolò palazzo trecentesco
L'edificio è caratterizzato dal fronte timpanato prospiciente lo slargo, dove ancora si leggono le molteplici trasformazioni architettoniche, e dalla facciata sulla via S. Niccolò. Quest'ultima, , "vuota" per l'ampio fornice a tutto sesto con imposte d'arco recanti stemmi nobiliari, è coronata da una cornice in legno assai aggettante di particolare pregio. Doveva, secondo A.
Tafi, essere una porta trecentesca. All'interno la volta a crociera è caratteriz zata dai quattro costoloni in laterizio con particolare sagomatura. (L.C.)
30 - Porta Crucifera Palazzo Alberti
Il palazzo, di proprietà comunale ed attuale sede della Società del Quartiere di Porta Crucifera, era della famiglia Alberti, di origine Fiorentina. La facciata lungo via S. Lorenzo è disegnata da due ordini di finestrature ad arco a tutto sesto, quelle al piano nobile sono qualificate dagli stipiti ed archi in conci di pietra policroma, raro esempio di arredo architettonico nelle facciate dei palazzi aretini.
La Porta che dà nome al Quartiere si trovava sul lato orientale dell' attuale piazza di Porta Crucifera, e venne abbattuta nel 1890 per creare una più larga barriera, essendo il varco esistente "basso e stretto".
(L.C.)
31 - I Vicoli: Via Piana - Vicolo dell'orto - Vicolo delle Mura - Vicolo di S. lorenzo su un Lorenzo - Vicolo delle Terme
I vicoli si snodano attorno all area della piazza di Porta Crucifera.
La piazza prende il mome dalla Porta che si trovava, fino al 1890, su lato orientale; al balcone sì può godere una bella vista sulla città sottostante, sulla campagna aretina. Il vicolo delle Terme, risalendo il quale si può giungere al Prato e quindi alla Fortezza, era uno stradello campestre che costeggiava, a metà 800, un campo olivato dove furono rinvenuti i resti di imponenti Terme romane. Tutt'oggi sono ben visibili una colonna ed una mezza colonna, fatte innalzare all'ingresso del vialetto di accesso ad un' abitazione lungo il vicolo. Costruzioni di origine duecentesca in laterizio sono individuabili invece lungo il vicolo dell'Orto. che con il suo percorso silenzioso e quasi campestre, sbocca in via delle Mura. Questa, seguendo la linea delle mura medicee, conduce da piazza Colcitrone a piazza San Giusto. Di origine due-trecentesca è anche via Piana, più anticamente detta Contrada da S. Gimignano alla Fontanella. Secondo Giorgio Vasari, sotto lo sporto di un' abitazione lungo la via, esisteva una Annunciazione di Spinello. Lungo il vicolo di S. Lorenzo infine si può ammirare l'abside della chiesa omonima, menzionata nei documenti fin dal 1025. Interessante anche una casetta della Rinascenza risalente ai secc. XV-XVI. Nei pressi del vicolo venne rinven-to, agli inizi del '900, un bellissimo lavoro in marmo di età augustea. In passato la via si chiamava Contrada dentro le Mura Vecchie.
Di fianco alla chiesa di S. Lorenzo si trova un suggestivo vicolo, detto della Minerva perche in un pozzo situato sotto l'edificio sacro vi venne trovata, a metà '500, la bellissima statua etrusca della Minerva. (C.N.)
MAPPA DELL'ITINERARIO NELLA GALLERIA IMMAGINI
La degustazione di olio è un’esperienza particolare, permette di cogliere gli aromi, i colori e le caratteristiche di un territorio apprezzandone la genuinità. L’esperienza inizierà con analizzando la pianta di olivo, la fase di raccolta delle olive e i processi di produzione dell’olio. Si passerà poi ad un approfondimento su come distinguere i vari tipi di olio, virtù e difetti compresi.
Degustazione mattutina: (da ottobre ad aprile)
11:00 incontro presso la struttura e inizio degustazione
12:30 conclusione esperienza
Degustazione pomeridiana: (da maggio a settembre)
17:30 incontro presso la struttura e inizio degustazione
19:00 conclusione esperienza
PREZZI
58,00 € a persona – Adulto da 2 a 8 persone
30,00 € – Bambino da 6 a 11 anni
Servizi inclusi
• visita all’oliveto
• degustazione olio
Informazioni
• Partecipanti: minimo 2, massimo 8
• Avvisare in caso di allergie/intolleranze o altra necessità
• Possibilità di transfer da/a struttura (quotazione su richiesta)
Politiche di cancellazione
• in caso di annullamento della prenotazione entro 8 giorni prima dell’evento, verrà effettuato un rimborso completo; in caso di annullamento successivo, non verrà effettuato alcun rimborso.
• in caso di annullamento da parte dell’organizzatore, il cliente potrà decidere di indicare una nuova data per la prenotazione o richiedere il rimborso.
Organizzazione: TIPTOP
QUANDO
tutto l’anno
DOVE
Cortona
PER PRENOTAZIONI: https://arezzointour.regiondo.it/degustazione-di-olio
Se ami la cucina toscana, non perdere tempo e vieni a scoprirla subito!
Qualunque sia il tuo livello di preparazione, vieni a vivere un’esperienza gastronomica e una full immersion nella cultura e nelle tradizioni toscane.
Uno chef della zona terrà la lezione in un’atmosfera accogliente e informale e verranno utilizzate solo materie prime di qualità.
Scegli le tue ricette preferite e dopo la lezione, goditi i piatti che hai preparato accompagnati da buon vino locale.
Lezioni disponibili
• Lezione di panetteria: pizza, focaccia, dolce.
• Lezione di cucina toscana: antipasto, primo di pasta fresca, secondo, dolce.
• Lezione di cucina medievale
• Lezione di cucina con tartufo
ORARI
10:00 – Lezione mattutina con pranzo
16:00 – Lezione pomeridiana con cena
PREZZI
75,00 € a persona – Lezione di panetteria
119,00 € a persona – Lezione di cucina toscana
119,00 € a persona – Lezione di cucina medievale
175,00 € a persona – Lezione di cucina con tartufo
Servizi inclusi
• lezione pratica (in gruppo)
• pranzo/cena (3 o 4 portate in base al tipo di lezione scelta)
Extra a pagamento
• trasferimento privato da/per il tuo alloggio
• esperienza privata
• su richiesta, la lezione può essere svolta anche presso il vostro alloggio
• per chi non avesse voglia di cucinare, è possibile gustare soltanto il menu preparato dallo chef
Informazioni
• Partecipanti: massimo 10 persone
• Durata: 4h circa
• si prega di comunicare eventuali intolleranze e allergie a cibo e/o bevande
Politiche di cancellazione
• Un’eventuale cancellazione da parte vostra dovrà essere notificata per email all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
• La cancellazione sarà confermata tramite e-mail.
• Le cancellazioni ricevute fino a 72 ore prima dell’inizio dell’esperienza sono gratuite.
• Le cancellazioni ricevute entro e non oltre 72 ore dall’inizio dell’esperienza, gli arrivi in ritardo e la non presentazione non saranno rimborsati.
• Queste condizioni sono applicabili ad ogni partecipante che non riesca a partecipare o arrivi dopo l’inizio dell’esperienza.
• Questa esperienza si svolge sia in caso di pioggia che di bel tempo.
Organizzazione: Across Tuscany Private Tours
QUANDO
dal lunedì alla domenica
tutto l’anno
DOVE
Cortona
PER PRENOTAZIONI: https://arezzointour.regiondo.it/lezione-di-cucina-a-cortona
Imparerete a fare piatti che potrete facilmente riproporre a casa vostra e stupirete voi stessi creando ravioli di ricotta e spinaci, pasta fresca, gnocchi di patate, pizza.
Realizzerete l’impasto per la pizza e durante la cottura preparerete un primo piatto e salse semplici ma gustose della cucina mediterranea.
Dopo il corso di cucina arriva il momento migliore, mangiare ciò che si è preparato! E così “tutti a tavola” insieme a un buon bicchiere di vino.
ORARI
11:00 incontro presso la struttura e inizio corso cucina, l’esperienza proseguirà con la degustazione di quanto preparato
15:00 conclusione esperienza
PREZZI
105,00 € a persona – Adulti
50,00 € a persona – bambini da 6 a 11 anni
Gratuito – bambini da 0 a 5 anni
Servizi inclusi
• scuola di cucina pratica (preparazione di pizza e pasta fresca)
• pranzo
Servizi esclusi
• bevande
• trasferimenti da/a struttura
• tutto quanto non indicato nella sezione “Servizi inclusi”
Informazioni
• Durata: 4h circa
• Partecipanti: minimo 2, massimo 8 persone
• Avvisare in caso di allergie/intolleranze o altra necessità
• Possibilità di trasferimento da/a struttura (quotazione su richiesta)
• Possibilità di personalizzazione su richiesta
Politiche di cancellazione
• da 7 a 1 giorni prima: 100% del prezzo dell’esperienza
• no-show: 100%
Organizzazione: TIPTOP
QUANDO
dal lunedì alla domenica
tutto l’anno
DOVE
Cortona
PER PRENOTAZIONI: https://arezzointour.regiondo.it/corso-di-cucina-pizza-e-pasta
La magia di una delle tecniche pittoriche più antiche e apprezzate al mondo è alla portata di tutti, basta sapere come svelarla
Scoprirete la pittura ad affresco in un workshop allestito all’interno di uno studio di restauro dove si respira un fascino antico come nelle botteghe artistiche del Rinascimento, circondati da opere d’arte del territorio toscano.
All’interno di un palazzo risalente al XIII secolo, sarete immersi nel fascino dell’arte! Sarete guidati nella realizzazione di un piccolo dipinto ad affresco: dalla stesura dell’intonaco su un supporto di piccole dimensioni, facilmente trasportabile, fino agli ultimi dettagli in punta di pennello, seguendo la stessa metodologia dei maestri come Piero della Francesca.
Potrete scegliere un soggetto tra le riproduzioni a disposizione (paesaggi toscani, brani di affreschi di maestri locali) oppure liberate la fantasia e dipingete secondo la vostra ispirazione.
Alla fine realizzerete una mini opera d’arte dal sapore antico e unico come il vostro estro! Anche i bambini potranno dare sfogo alla loro creatività, destreggiandosi con pennelli e colori in polvere, adatti a loro!
PREZZI
92,00 € a persona – gruppo 2 persone
76,00 € a persona – gruppo da 3 a 6 persone
Servizi inclusi
• attrezzatura di lavoro (camice, pennelli, tavolozze, pigmenti in polvere, strumenti per stendere l’intonaco, stampe e punteruoli)
• mini opera d’arte realizzata da voi
Informazioni
• Durata: 3 ore
• Partecipanti: minimo 2, massimo 6 persone
• Orari disponibili 10:00 e 14:00
• Possibilità di trasferimento da/a struttura (quotazione su richiesta)
• Possibilità di personalizzazione su richiesta
Politiche di cancellazione
• 1 giorno prima dell’esperienza: 100% del prezzo dell’esperienza
• no-show: 100%
Organizzazione: TIPTOP
QUANDO
dal lunedì alla domenica
tutto l’anno
DOVE
Arezzo
via Giuseppe Mazzini
PER PRENOTAZIONI: https://arezzointour.regiondo.it/laboratorio-di-affresco
Immagina la magia del ritrovare un po’ del silenzio che abbiamo perso lungo la strada. Tornare ad assaporare la bellezza delle cose semplici, stupirsi e emozionarsi. Immagina di riscoprire la meraviglia che vive in una passeggiata, in un profumo, in un colore. Tornare un po’ bambini e guardare il mondo attraverso i loro occhi curiosi.
Fai un salto nel tempo e riscopri la bellezza della città di Arezzo con uno sguardo tutto analogico: un percorso a piedi tra le vie della città lontani dal proprio smartphone e dalle distrazioni della vita odierna.
Il Digital Detox è una sfida che invita a “dimenticare” per un po’ i dispositivi tecnologici come smartphone, tablet e pc, con l’obiettivo di ritornare ad utilizzarli con rinnovata consapevolezza. Un percorso alla scoperta di una città bellissima che permette di riflettere, ricollegarsi alla propria vita, ai propri obiettivi, ai propri affetti. Arezzo Digital Detox è riscoprire la bellezza del vivere un’esperienza rimanendo presenti al 100%, senza le distrazioni causate da notifiche e messaggi non necessari.
Un itinerario di circa due ore, all’inizio delle quali sarà fornito a ciascun partecipante un kit completo di accessori e documenti da utilizzare durante il percorso. Il kit comprenderà, fra le altre cose, una mappa del percorso, un taccuino con tutte le informazioni necessarie, curiosità e consigli su come affrontare al meglio la tua passeggiata fra le vie della città.
10 le tappe che ti condurranno in altrettanti luoghi iconici di Arezzo che non puoi davvero perderti. Utilizza gli strumenti del kit per raggiungerli, scopri tante curiosità e lasciati incantare dalle architetture, dalle atmosfere, dai profumi, dagli scorci delle vie. Un’esperienza unica per “vivere” davvero l’essenza della città, senza frapporre nessuno schermo fra te e le sue bellezze. Una piccola sfida per mettersi in gioco e per scoprire, ancora una volta, quanto sia bello “perdersi” lungo la strada per poi, finalmente, “ritrovarsi”.
Acquista subito il tuo kit e ritiralo direttamente all’Infopoint Discover Arezzo, in via Vasari 13, Arezzo, dalle 10 alle 16.
Servizi inclusi
• Kit Arezzo Digital Detox
Informazioni
• Il kit dovrà essere ritirato presso l’Infopoint Discover Arezzo, via Vasari 13 (sotto le logge di Piazza Grande), Arezzo, tutti i giorni dalle 10 alle 16.
• Il giorno scelto per il ritiro è puramente indicativo. Il ritiro potrà avvenire in qualsiasi momento mostrando il ticket ricevuto per email.
Organizzazione: Fondazione Arezzo Intour
QUANDO
Tutto l’anno
DOVE
Arezzo
PREZZO A KIT
15,00€
PER PRENOTAZIONI: https://www.discoverarezzo.com/esperienze/arezzo-digital-detox/
Fai passare il cursore del mouse sopra la Cartina di Arezzo e potrai ingrandire la zona desiderata