Immaginate una spiaggia con i lettini e gli ombrelloni, ma in Piazza Grande. Adesso pensate alla Fortezza medicea come il cratere di un vulcano attivo, che erutta e sputa lapilli. E se il campanile del Duomo improvvisamente diventasse un razzo della Nasa che parte dritto per lo spazio?

Ad oggi, grazie agli innovativi strumenti di cui disponiamo, tra cui l’intelligenza artificiale, questo e molto altro è possibile. Certo, una bella dose di creatività resta fondamentale, ma non è certo la qualità che manca a Leonardo Bigliazzi, in arte LeoBi. Aretino, classe 1990, direttore creativo pubblicitario, nei giorni scorsi ha pubblicato su Facebook un video presto diventato virale, apponendo questa descrizione, che poi è diventata il titolo stesso: “Arezzo con gli occhi di un bambino”.

La Chimera e Guido d’Arezzo prendono vita e stupiscono gli utenti social
Ricondiviso centinaia di volte, il filmato mostra alcuni tra gli elementi più significativi della città, rivisitati in chiave creativa: la mitica Chimera che inizia a camminare, Guido d’Arezzo che prende vita, i cavalieri della Giostra che corrono su animali esotici come tigri e leoni. Il consenso che ha generato è stato enorme. Ma perché? “Certamente Arezzo è una città che piace agli aretini, anche se non lo dicono – spiega Bigliazzi – Quindi sicuramente ha giocato a favore una piccola dose di sano patriottismo. Alla base poi, c’è la rappresentazione di luoghi simbolo della città, che tutti conoscono e che, per di più, vengono mostrati nell’ottica di un bambino, il che rende tutto ancora più dolce”.

Un progetto in cui risiedono i ricordi della sua infanzia: “Il treno che corre sui binari sopra l’acquedotto vasariano è stato sicuramente una simulazione dei miei vecchi giocattoli. Abitavo proprio lì in passato, e ricordo che giocavo con molti trenini. Dunque, ho fatto dei parallelismi con un ipotetico binario sopra quegli archi”, racconta. Da lì, ne è nata un’intuizione: “Sono andato molto a sentimento, senza seguire un progetto scritto, anche perché con l’intelligenza artificiale devi parlare in modo comprensibile affinché nasca un dialogo e dei risultati concreti. La sua gestione, infatti, è ancora molto complessa”.

Una rivoluzione chiamata “intelligenza artificiale”: semplicità e velocità
Bigliazzi è nato come grafico e videomaker e lentamente si è appassionato di tutti i linguaggi della comunicazione digitale. Adesso è anche doppiatore pubblicitario di spot televisivi e radiofonici e ha scritto un libro nel 2021 dal titolo: “Blue, il colore della giustizia”. Nel suo sito si legge: “Esploro, analizzo e metto in pratica le innovazioni dell’intelligenza artificiale”. Cosa si intende?

“Grazie a questa tecnologia innovativa, che oggi possiamo fruire tutti, si possono realizzare cose incredibili. Si tratta di una rivoluzione molto ampia che sta riguardando il mio settore, così come tanti altri e sto cercando di studiarla, di monitorarla e di applicarla in tempo reale”, spiega, raccontando come “con il tempo ho avuto modo di scoprire, man mano che realizzavo progetti, che posso realizzare esattamente ciò che voglio, e quindi, anche ciò che sognavo da bambino”. L’aspetto interessante, secondo Bigliazzi, è anche un altro: “La cosa eccezionale nella straordinarietà del risultato che sta ottenendo il video, è stata anche la semplicità e la velocità di realizzazione”, chiarisce.

Quello di LeoBi non è solo un esperimento visivo ma un viaggio nell’immaginazione, dove tecnologia e creatività si fondono per dare nuova vita a nuovi luoghi della memoria. E chissà, forse un giorno vedremo davvero il campanile del Duomo partire verso lo spazio.

Fonte www.sr71.it