Sarà inaugurata sabato 26 aprile alle ore 17,30, presso il Palazzo del Podestà, la mostra personale di Marcello Cannelli dal titolo "Il realismo ideale nell’estetica del bello". L’esposizione, curata dalla storica e critica d’arte Maria Giovanna Cutini, resterà aperta al pubblico fino al 25 maggio.
Artista autodidatta, Cannelli è noto per il suo straordinario talento grafico che si esprime nelle 33 opere in mostra, suddivise in due sezioni: la prima raccoglie “le copie” di celebri artisti dal Rinascimento in avanti, come Raffaello, Guido Reni, fino a Caravaggio e Bouguereau. La seconda sezione, invece, propone lavori originali, frutto dell’immaginazione dell’artista, tutti caratterizzati da un realismo quasi fotografico.
“Marcello Cannelli è molto conosciuto nel territorio – ha dichiarato il sindaco Silvia Chiassai Martini – e da quando è andato in pensione si è dedicato completamente alla sua passione. Ama ritrarre la figura femminile, sia bambina che adulta, con tratti netti e colori intensi. È una mostra unica nel suo genere, che siamo felici di ospitare per la prima volta in Palazzo del Podestà per condividere la sua originalità con la cittadinanza.” Anche l’assessore alla Cultura Giacomo Brandi sottolinea il valore dell’evento: “È importante per noi continuare a promuovere la qualità degli artisti del territorio, anche quando l’arte nasce come passione più che come professione, e si trasforma in bellezza”. La curatrice, Maria Giovanna Cutini, ha voluto evidenziare come “Le copie realizzate siano eccellenti, dove l’artista riesce con grande perizia a recuperare colore, chiaroscuro, luce tanto da essere veramente in difficoltà a distinguerle dagli originali. Questa è stata la sua formazione artistica. Ci sono poi i suoi originali, quasi sempre soggetti femminili per i quali non a caso l’artista afferma che la bellezza è femmina, tutte dotate di un iperrealismo sorprendente. Queste figure sobbalzano dalla tela facendole sembrare vive, ma anche dotate di una bellezza ideale e quasi surreale”.
“Il mio lavoro mi ha portato a viaggiare in tutta Italia, confrontandomi dal vivo con i capolavori dei grandi artisti del ‘400, ‘500 e ‘600 – conclude l’artista - Non ho voluto avere un maestro perché loro sono stati i miei maestri. Ho cercato però di attualizzare le tecniche, arrivando persino a realizzare da solo le mie tele, secondo una pratica del ‘300 che richiede fino a venti giorni di lavoro".