Nel 2024, la città di Arezzo celebrerà il 450° Anniversario della morte di Giorgio Vasari ( 27 Giugno 1574), con una mostra di grande valore artistico e scientifico ospitata nella Galleria d’Arte Contemporanea e Moderna di piazza San Francesco, con numerosi eventi collaterali che avranno inizio proprio in quella data che segnò la fine dell’uomo e la nascita del mito.
Se volessimo viaggiare seguendo le tracce di Giorgio Vasari, potremmo iniziare il percorso nella città di Arezzo. Qui si possono visitare il Museo Casa Vasari, la Chiesa della SS. Annunziata, il Museo d’Arte Medievale e Moderna, la Chiesa delle Sante Flora e Lucilla e il Museo Diocesano. In questi luoghi sono conservate le opere e i ricordi più importanti della vita di Vasari, dall’archivio delle sue carte alle opere pittoriche, come gli affreschi di Casa Vasari, la “Deposizione dalla Croce” nella Chiesa della SS. Annunziata, la “Madonna col Bambino” e il “San Giovanni Battista” al Museo d’Arte Medievale e Moderna e l’“Incoronazione della Vergine” nella Badia delle Sante Flora e Lucilla, solo per citarne alcune. Nel territorio aretino, le “tappe vasariane” da non perdere sono a Cortona, dove il Vasari lavorò al cantiere di Santa Maria Nuova e al progetto per il rinnovamento di Santa Maria della Querce, mentre delle sue opere pittoriche troviamo testimonianza negli affreschi dell’Oratorio del Gesù. A Castiglion Fiorentino progettò il Tempio di Santo Stefano a Foiano e nella Chiesa di San Francesco si conserva la sua “Madonna con il Bambino tra i santi Anna, Silvestro e Francesco”; mentre a Monte San Savino si trova l’“Assunzione della Vergine tra i santi Agostino e Romualdo”, nella Chiesa di Sant’Agostino. Sorprendente è il Monastero di Camaldoli (all'interno del Parco delle Foreste Casentinesi, a Poppi), a cui il Vasari dedicò importanti dipinti. Nella Chiesa dei santi Donato e Ilariano troviamo la “Madonna con il Bambino tra i santi Giovanni Battista e Gerolamo”, la meravigliosa “Natività”, a cui molti eruditi dedicarono lodi in versi latini, e la tavola dell’Altare Maggiore, ricca di colori e luci, in cui si nota un’importante evoluzione dello stile dell'artista, ormai fuori dalla protezione medicea e che in questo periodo cupo inizia un forte legame con i monaci camaldolesi.
Articolo originale di Katia Boccanera