GIORGIO VASARI
1539
Monte San Savino, chiesa di sant'Agostino
Assunzione e incoronazione della Vergine con i santi Agostino e Romualdo
L'opera, di una notevole complessità concettuale, è conservata nella chiesa di sant'Agostino a Monte San Savino. Sull'altare maggiore si trova un ricco baldacchino con colonne purpuree che sostengono una tenda in stucco: al centro del baldacchino si può ammirare questo dipinto su tavola datato 1539 e firmato dal celebre Giorgio Vasari. Il dipinto raffigura il mistero della Assunzione della Vergine in cielo. Ai lati della scena, in ginocchio, sono raffigurati Agostino (a sinistra) e Romualdo (a destra).
I pannelli della predella che sono anch'essi attribuiti al Vasari e che raffigurano il battesimo di S. Agostino e il martirio di S. Bartolomeo sono conservati attualmente ad Arezzo presso la Casa Vasari.
Come pittore Vasari inizia la sua formazione ad Arezzo nella bottega di Guglielmo di Marcillat, pittore di vetrate francese di buon talento, in seguito, grazie al cardinale Silvio Passerini, forse intorno al 1511, si trasferì giovanissimo a Firenze, dove ebbe modo di frequentare Michelangelo e in seguito Andrea del Sarto e Baccio Bandinelli, che gli fornirono strumenti essenziali, quali la perizia disegnativa e la capacità di composizione prospettica. Le esperienze si arricchirono per il giovane artista, frequentando il Rosso Fiorentino ad Arezzo e a Firenze con Francesco Salviati, con il quale creò un sodalizio artistico e col quale fu a Roma nel 1531-1536 per studiare le antichità e le opere di Raffaello e Michelangelo.
L'incontro con il Rosso fu fecondo di nuove esperienze pittoriche soprattutto nel colorismo drammatico e nella capacità di composizione che si rivelano nel Cristo portato al Sepolcro del 1532, oggi nella Collezione di Casa Vasari, che dipende dalla Deposizione del Rosso (1528) a S. Sepolcro.
L'evento dell'Incoronazione della Vergine è descritto come immediatamente successivo a quello dell'Assunzione in cielo, grazie a cui, secondo l'interpretazione di San Gerolamo, Maria viene condotta fino al trono di Dio. Questo soggetto solitamente costituisce la scena finale dei cicli dedicati alla Madonna, dopo la morte e l'ascesa al cielo. Come tema dotato di vita propria è apparso per la prima volta nell'arte gotica, dapprima scolpito sui portali delle cattedrali, poi dipinto sulle pale d'altare destinate a luoghi di culto posti sotto il patronato della Vergine. Solitamente la cerimonia è officiata da Cristo, che pone la corona in capo alla Madre seduta sullo stesso trono o inginocchiata davanti a lui. Frequenti sono tuttavia anche le immagini in cui solo il Padre Eterno incorona Maria o quelle che raffigurano il Padre Eterno e il Figlio uniti in Trinità con lo Spirito Santo.
La scena in genere avviene al cospetto della corte celeste ed è spesso affollata: il gruppo principale è di solito attorniato da angeli musicanti, santi, beati, martiri, patriarchi. I santi presenti in queste rappresentazioni assumono lo stesso ruolo e significato che hanno nelle sacre conversazioni.
Sei tutta bella, e in te non vi è macchia. - Un giardino recintato tu sei, sorella mia, Sposa, un giardino recintato, una fonte sigillata. - Veni, coronaberis. Vieni, sarai incoronata.