Uomini illustri di Arezzo

Uomini illustri Arezzo

Un proverbio antico dice: Aretini, cervelli fini.
E di vero Arezzo fu ogni sempre un vivaio, diremo così, di uomini d'ingegno in ogni genere di dottrina, arte e disciplina; sia che il luogo e l'aria ve li generi naturalmente, sia che li sproni l'esempio e la emulazione, il fatto è che, a far capo dal dotto e celebre Mecenate (il confidente d'Augusto, Tamico e il protettore dei letterati, si che il suo nome divenne un quasi un titolo nobiliare e venendo giù fino ai nostri giorni, non vi ha forse città che abbia dato, con le debite proporzioni di popolazione, tanti campioni alle scienze, alle lettere e alle arti quanti ne vanta Arezzo.
A tal riguardo è memorabile il motto messo dal Vasari in bocca a Michelangelo quando, volendo accennare al luogo ove nacque il padre delle belle arti, diceva a Giorgio: Se io ho nulla di buono nell'ingegno egli è venuto dal nascere nella sottilità dell'aria del vostro paese di Arezzo.
Fra questi sommi si annoverano dei veri luminari, ne vedremo alcuni qui sotto.

Parlano in Arezzo ancora i sassi, usavano dire in una volta gli archeologi, a proposito delle molte iscrizioni e memorie antiche dissotterrate in questa splendida città; ma oggi parlano anche le mura delle case, le quali dicono al turista dove nacque o abitò qualche grande.

Ma procediamo con ordine cronologico dagli antichi e perdonate se ne dimentichiamo qualcuno:
— Gaio Cilnio Mecenate (1), cavaliere romano, intimo di Cesare Augusto, coltissimo, amico e protettore di Virgilio, a cui fece restituire il podere rapitogli e di Orazio, a cui fece dono d'una villa nella Sabina; morto nell'anno 8 a.C.
— Guido Monaco (2), benedettino, nato verso il 902, inventore del sistema lineare per le note musicali e del contrappunto; nel 1027 consegnò a papa Giovanni XIX il suo Antifonario con le nuove regole e fu grandemente lodato per la sua invenzione. Da lui fu denominata la via dalla stazione e la piazza, su cui fu eretta nel 1882, la sua statua.
 Guglielmino Ubertini (3), il bellicoso vescovo ghibellino che sconfisse, nel 1288, i Senesi e poi perì nella famosa battaglia di Campaldino.
 Guittone d'Arezzo (4), dell'Ordine dei Frati Gaudenti, nato nel 1230, morto nel 1294, fu uno dei primi scrittori in volgare italiano; di lui canta Dante nel XXIV e XXVI del Prurgatorio.
— Margaritone, architetto (5), scultore e pittore, nato nel 1230, morto nel 1313.
— Spinello (6), pittore, nato nel 1328, fecondo seguace di Giotto.
— Uguccione della Faggiuola (7), capo dei Ghibellini e signore di Pisa, da dove fu poi cacciato, vinse i Fiorentini nella battaglia di Montecatini (1315) e mori nel 1319 all'assedio di Padova.
— Francesco Petrarca (8), nato in Arezzo il 20 luglio 1301, morto il 18 luglio 1371, di lui si può dire quello che si legge sulla tomba del Machiavelli: Tanto nomini nullum par elogium.
— Leonardo Bruni (9), natio nel 1369, storico, oratore, poeta, segretario della Repubblica fiorentina, morto nel 1444, iI monumento è in S. Croce a Firenze. Scrisse l'istoria Fiorentina e la Vita di Dante Alighieri.
— Pietro Aretino (10), nato nel 1492 morto nel 1557, noto in ogni luogo.
— Carlo Marsuppini, nato nel 1369, morto nel 1453, successore del Bruni a Firenze, grecista di grido, traduttore di Omero e di Luciano, anch'esso con monumento in Santa Croce.
— Antonio Roselli (11), nato nel 1401, morto nel 1567, grande oratore e soprannominato Monarca Sapientiae, per la sua grande erudizione.
— Angelo Gambiglioni (12), detto anche Angelo Aretino, valente giureconsulto.
— Bernardo Accolti (13), figlio di Benedetto Accolti il Vecchio cancelliere della Repubblica fiorentina ed autore di un'istoria in latino, fu oratore e poeta di gran prestigio, sì che l'Ariosto cantò di lui 

 

Arezzo: La Culla dei Geni Attraverso i Secoli

 Giorgio Vasari (14), nato nel 1512, pittore e scrittore fecondissimo, favorito dei Medici, autore dell'opera classica: Vite dei più eccellenti pittori, scultori ed architetti, miniera (non sempre) della storia dell'arte, dottamente commentata e corretta da Gaetano Milanesi. Il Vasari abitava in borgo San Vito e fu seppellito, nel 1578, nella Pieve sotto l'altar maggiore.

 Andrea Cesalpino (15), nato nel 1519, morto nel 1603, medico, botanico, fisiologo, professore all'Università di Pisa e medico di Clemente VIII. Sistemò per primo la botanica e precorse l'inglese Harvey nella scoperta della circolazione del sangue; lasciò alcune opere in latino e in italiano.

— Francesco Redi, nato il 13 febbraio 1626, morto il 1° marzo 1697, medico, poeta, naturalista, archeologo, scrittore prolifico e intelligente,
medico personale di Ferdinando e di Cosimo III de' Medici, propugnatore del principio omne animai ab ovo, autore di opere classiche in verso ed in prosa.

— Vittorio Fossombroni, statista, matematico, idraulico, nato nel 1756, morto nel 1844, amministrò il Granducato e si rese benemerito della Toscana per le bonifiche; dimorava nella piazza del suo nome al n. 1.

— Tommaso Sgricci, improvvisatore e scrittore di tragedie, nato nel 1798, morto nel 1836.

— Antonio Guadagnoli, nato nel 1798, morto nel 1858, poeta faceto elegantissimo e popolarissimo. 

— Pietro Benvenuti, nato nel 1769, morto nel 1844, restauratore della pittura in Toscana e direttore dell'Accademia fiorentina di belle arti.

E qui finisce la lista, non vorremmo annoiare nessuno.

Fonte: https://www.conoscifirenze.it/toscana/695-uomini-illustri-di-arezzo.html

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