Insediamento di origine romana e poi fortilizio strategico nelle lotte tra longobardi e bizantini nel VII secolo, Anghiari appare nei documenti nell’XI secolo, quando era un castello in mano ai signori di Galbino. Agli inizi del secolo successivo venne donato ai monaci camaldolesi, che realizzarono un’abbazia intorno alla quale si sviluppò il borgo. Nella seconda metà del XII secolo Anghiari entrò nell’orbita di Arezzo, che contribuì alla nuova cerchia muraria realizzata tra il 1181 e il 1234. Con la signoria dei Tarlati gli aretini ampliarono l’area del Mercatale e realizzarono lo stradone che unisce il paese a Sansepolcro, in passato Ruga San Martino. Dopo una breve parentesi perugina, Anghiari finì sotto il controllo di Firenze.
Il 29 giugno 1440, nella piana a est del paese, la Repubblica Fiorentina e i Visconti di Milano si scontrarono in una battaglia campale. Nel 1503 la vincitrice Firenze commissionò a Leonardo da Vinci un dipinto per il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a ricordo di quella giornata, ma il pittore sperimentò delle tecniche che non dettero i risultati sperati. La “Battaglia di Anghiari” è ancora oggi uno dei più grandi e irrisolti misteri della storia dell’arte.
Nel medioevo si accedeva al borgo da Porta Sant’Angelo a sud est e Porta San Martino a nord ovest. Vicino a quest’ultima si trova Porta Nuova o Porta Fiorentina, edificata nel 1460. Le mura anghiaresi, più volte modificate nei secoli, sono percorribili attraverso la Via di Ronda. Lungo il percorso, a sud, si trova il cinquecentesco Bastione del Vicario.
Tra gli edifici più caratteristici, spicca nella parte alta del paese il Campano, torre duecentesca munita nel Seicento di orologio. A breve distanza si incontrano il Monastero di San Martino, detto Conventone, e il trecentesco Palazzo Pretorio, oggi sede del municipio.
Nella parte bassa Piazza Baldaccio Bruni propone una fusione di stili ed epoche. Le rinascimentali Colonne di Borgo guardano la statua post risorgimentale di Giuseppe Garibaldi. Dalla piazza si attraversa Corso Matteotti per accede alla Galleria Girolamo Magi, costruita nel 1889, dalla quale si raggiunge il complesso neoclassico di Palazzo Corsi realizzato tra il 1777 e il 1794 e lo scenografico Teatro Comunale dei Ricomposti.
Il borgo valtiberino è anche sede di prestigiosi musei. I due principali si trovano in Piazza Mameli. Il cinquecentesco Palazzo del Marzocco ospita il Museo della Battaglia e di Anghiari, il complesso rinascimentale di Palazzo Taglieschi accoglie il Museo Nazionale delle arti e tradizioni popolari dell’Alta Valle del Tevere.
Anghiari vanta un patrimonio religioso di grande rilevanza. La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, detta anche Propositura, fu conclusa nella prima metà del Settecento. La Chiesa della Badia di San Bartolomeo è citata per la prima volta nel 1105. La Chiesa di Sant’Agostino sorge sui resti di un oratorio della fine del XII secolo dedicato a Sant’Antonio Abate. Il Battistero di San Giovanni è quattrocentesco, la Chiesa della Croce cinquecentesca, mentre la Chiesa di Santa Maria Maddalena risale al Seicento.
Il territorio anghiarese accoglie alcuni fortilizi di grande fascino: il Castello di Galbino sorto nell’XI secolo sulla riva destra del torrente Sovara, il Castello di Montauto del XII secolo eretto in località La Scheggia e il Castello di Sorci, forse costruito su un fortilizio longobardo, le cui vicende si intrecciano con quelle del condottiero del XV secolo Baldaccio d’Anghiari, sono i più noti. Meno conosciuti sono il Castello di Pianettole e il Castello di Valialla. La Villa Barbolana a Tavernelle è invece un bell’esempio di dimora fortificata cinquecentesca.
I dintorni di Anghiari custodiscono tre antiche pievi: Santa Maria alla Sovara a nord, Santa Maria a Micciano a est e Santa Maria a Corsano a sud. Altri noti importanti luoghi sacri sono il Santuario della Madonna del Carmine al Combarbio e il Cenacolo francescano di Montauto, entrambi cinquecenteschi, e la chiesa di Santo Stefano, gioiello del VII/VIII secolo in stile bizantino-ravennate.
Per gli amanti delle escursioni sono imperdibili le passeggiate nel borgo di Toppole, nel versante est dell’Alpe di Poti, oppure a Ponte alla Piera e Bagnolo, che si raggiungono attraverso la suggestiva Riserva naturale dei Monti Rognosi.
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