Lunedì, 26 Febbraio 2018 10:13

Sagra della Ginestra di Montevarchi

Nome

Festa della Ginestra

Comune

Montevarchi

Località

Montevarchi

Data

1a settimana di maggio

 

Referente

Comune di Montevarchi tel. 055 91082 - sito web: www.comune.montevarchi.ar.it

 

Attenzione: le date indicate possono subire variazioni. Invitiamo pertanto i lettori ad informarsi contattando gli organizzatori dei vari eventi per sapere in quali giorni si terrà l'edizione del corrente anno

Lunedì, 26 Febbraio 2018 09:44

Sagra dei Baccelli e Pecorino di Talla

Nome

Sagra dei Baccelli e del Pecorino

Comune

Talla

Località

Talla

Data

1a domenica di maggio

 

Referente

Comune di Talla Via Verdi, 1 - Talla tel. 0575 597512, e-mail:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Pro Loco di Talla tel. 0575 597657, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Descrizione della Sagra

I baccelli non sono altro che le fave più giovani e piccole e sono ottime da mangiare crude, accompagnate con un buon pecorino fresco. La sagra dà la possibilità ai visitatori di far conoscere la bontà di un prodotto semplice e radicato nelle nostre campagne, arricchito dal gusto intenso del pecorino.

FORMAGGIO E BACCELLI: piatto freddo preparato con i baccelli salati e conditi con olio extravergine di oliva e dei tocchetti di formaggio.

 

Attenzione: le date indicate possono subire variazioni. Invitiamo pertanto i lettori ad informarsi contattando gli organizzatori dei vari eventi per sapere in quali giorni si terrà l'edizione del corrente anno

Lunedì, 26 Febbraio 2018 09:39

Sagra della Trota a Loro Ciuffenna

Nome

Sagra della Trota

Comune

Loro Ciuffenna

Località

Loro Ciuffenna

Data

25, 26 e 27 aprile

Referente

Comune di Loro Ciuffenna Piazza Matteotti, 7 Loro Ciuffenna tel. 055 917011, E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Ufficio Turistico tel. 055 9172771 - Pro Loco Loro Ciuffenna tel. 055 9170137

Descrizione della Sagra

La trota fario è un salmonide indigeno delle nostre acque montane.La trota fario ha carni ottime, sode e di sapore delicato, bianche o rosate. Fino dall’antichità la trota è stata molto apprezzata in gastronomia, può essere un ottimo antipasto se marinato, o un secondo interessante se bollito o arrosto. La prima edizione della sagra della trota risale al 1968. Da sempre la giornata si suddivide in gare di pesca nel torrente Ciuffenna e nella tradizionale grigliata di trote.

TROTA ALLA GRIGLIA: Pulite la trota attraverso le branchie, lavatela sotto l'acqua corrente ed asciugatela con cura; salatela, pepatela e spennellatela con l'olio. Inserite nella cavità addominale le erbe lavate e asciugate, i grani di pepe, e uno spicchio d'aglio tritato finemente. Mettete la trota sulla griglia e fatela cuocere sulla brace per 20-25 minuti. La trota così preparata risulta saporita e mantiene intatta la sua polpa delicata. Servitela semplicemente con fette di pane bianco e un vino bianco di buona qualità.

 

Attenzione: le date indicate possono subire variazioni. Invitiamo pertanto i lettori ad informarsi contattando gli organizzatori dei vari eventi per sapere in quali giorni si terrà l'edizione del corrente anno

Lunedì, 26 Febbraio 2018 09:35

Sagra della Frittella di Chiusi della Verna

Nome

Sagra della Frittella

Comune

Chiusi della Verna

Località

Corsalone

Data

Ultima domenica di marzo

Referente

Comune di Chiusi della Verna Viale S. Francesco, 42 Chiusi della Verna tel. 0575 599611, e-mail:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Parrocchia di S. Giuseppe del Corsalone tel. 0575 511649, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Descrizione della Sagra

La tradizione delle frittelle di riso è consolidata da tempo in Toscana: abbiamo notizie di questo dolce già nel XV secolo, in quell'epoca, l'utilizzo del riso in cucina era semisconosciuto, tant'è che nel medioevo il riso era trattato come una spezia, usato in polvere o per amalgamare minestre; in seguito il riso ha trovato un forte utilizzo in cucina. Le frittelle di riso sono dei dolci tipici che si preparano per tradizione per la festa di S. Giuseppe e per il Carnevale. Alla Sagra delle Frittelle è possibile gustare oltre ai golosi dolci fritti, anche i prodotti tipici del territorio aretino. La sagra nata nel 1977 offre la possibilità ai visitatori di conoscere e degustare il dolce tipico della festa di S. Giuseppe.

FRITTELLE DI RISO DI SAN GIUSEPPE: Ogni kg di riso 2 litri di latte. Far cuocere la quantità di riso desiderata per 5 minuti nell'acqua. Si scola il riso e si mette in un tegame a cuocere nel latte che va aggiunto via via. Aggiungere un etto di zucchero ogni etto di riso, aggiungere la scorza di arancia e di un limone. A cottura ultimata, preparare sul fuoco una padella con abbondante olio bollente, gettarvi la pasta divisa in piccole quantità della grandezza di una nocciola grossa (aiutarsi con un cucchiaino). Friggere (se la pasta è ben riuscita basterà toccare le frittelle, che nel frattempo saranno gonfiate, con una forchetta che queste si gireranno da sole nell'olio). Toglierle e gettarle immediatamente nello zucchero (perché si inzuccherino bene), poi metterle in un vassoio e servire non caldissime, ma ancora tiepide

 

Attenzione: le date indicate possono subire variazioni. Invitiamo pertanto i lettori ad informarsi contattando gli organizzatori dei vari eventi per sapere in quali giorni si terrà l'edizione del corrente anno

Lunedì, 26 Febbraio 2018 09:06

Bisteccata di Subbiano

Nome

Bisteccata

Comune

Subbiano

Località

Subbiano

Data

Ultimo sabato di marzo

Referente

Comune di Subbiano via Verdi, 9 Subbiano - tel. 0575 421742 E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Attenzione: le date indicate possono subire variazioni. Invitiamo pertanto i lettori ad informarsi contattando gli organizzatori dei vari eventi per sapere in quali giorni si terrà l'edizione del corrente anno

Lunedì, 26 Febbraio 2018 09:05

Sagra delle Frittelle di Cavriglia

Nome

Sagra delle Frittelle

Comune

Cavriglia

Località

Castel Nuovo dei Sabbioni

Data

2 gg intorno alla metà di marzo

 

Referente

Comune di Cavriglia Viale Principe di Piemonte, 9 Cavriglia tel. 055 9669731, E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Ufficio Turistico tel. 055 966421 - Parrocchia di Castel Nuovo dei Sabbioni tel. 055 967022

Descrizione della Sagra

La tradizione delle frittelle di riso è consolidata da tempo in Toscana: abbiamo notizie di questo dolce già nel XV secolo, in quell'epoca, l'utilizzo del riso in cucina era semisconosciuto, tant'è che nel medioevo il riso era trattato come una spezia, usato in polvere o per amalgamare minestre; in seguito il riso ha trovato un forte utilizzo in cucina. Le frittelle di riso sono dei dolci tipici che si preparano per tradizione per la festa di S. Giuseppe e per il Carnevale. Alla Sagra delle Frittelle è possibile gustare oltre ai golosi dolci fritti, anche i prodotti tipici del territorio aretino.

FRITTELLE DI RISO DI SAN GIUSEPPE: Ogni kg di riso 2 litri di latte. Far cuocere la quantità di riso desiderata per 5 minuti nell'acqua. Si scola il riso e si mette in un tegame a cuocere nel latte che va aggiunto via via. Aggiungere un etto di zucchero ogni etto di riso, aggiungere la scorza di arancia e di un limone. A cottura ultimata, preparare sul fuoco una padella con abbondante olio bollente, gettarvi la pasta divisa in piccole quantità della grandezza di una nocciola grossa (aiutarsi con un cucchiaino). Friggere (se la pasta è ben riuscita basterà toccare le frittelle, che nel frattempo saranno gonfiate, con una forchetta che queste si gireranno da sole nell'olio). Toglierle e gettarle immediatamente nello zucchero (perché si inzuccherino bene), poi metterle in un vassoio e servire non caldissime, ma ancora tiepide.

Attenzione: le date indicate possono subire variazioni. Invitiamo pertanto i lettori ad informarsi contattando gli organizzatori dei vari eventi per sapere in quali giorni si terrà l'edizione del corrente anno

Lunedì, 26 Febbraio 2018 08:58

Le delizie del Maiale a Policiano

Nome

Le Delizie del Maiale

Comune

Arezzo

Località

Policiano

Data

metà febbraio

 

Referente

Unione Polisportiva Policiano, tel 0575 97699, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , web site: www.unionepolisportivapoliciano.it

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Lunedì, 26 Febbraio 2018 08:55

Pastasciutta in Piazza a Talla

Nome

Pastasciutta in Piazza

Comune

Talla

Località

Talla

Data

Ultimo giorno di Carnevale

 

Referente

Comune di Talla via Verdi, 1 Talla - tel. 0575 597512 E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Attenzione: le date indicate possono subire variazioni. Invitiamo pertanto i lettori ad informarsi contattando gli organizzatori dei vari eventi per sapere in quali giorni si terrà l'edizione del corrente anno

 

Lunedì, 26 Febbraio 2018 08:54

Gustando lo Stufato a San Giovanni Valdarno

Nome

Gustando lo stufato

Comune

San Giovanni Valdarno

Località

San Giovanni Valdarno

Data

periodo carnevalesco

 

Referente

Comune di San Giovanni Valdarno Piazza Cavour, 1 tel. 055 91261 Ufficio Turismo Commercio e Promozione del Territorio tel. 0559126251 E-mail:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Ufficio Informazioni Turistiche Tel. 055 943748 E-mail:

Descrizione della Sagra

Le sue origini risalgono agli inizi del secolo presso alcune fabbriche, come la Ferriera (nel reparto sbozzo e gassogeni), la Ceramica, le Fornaci Bagiardi, dove alcuni operai, particolarmente ghiotti e abili in culinaria, ogni tanto cucinavano lo spezzatino più che altro a base degli interiori degli animali (polmone, viscere, ecc). Uno di questi tra l'altro nel 1915 fu arruolato nell'esercito ed inviato in Libia dove fece il cuoco del reggimento (era la sua attitudine e passione). Qui scoprì le spezie e soprattutto imparò a cucinare i grandi quantitativi di pietanze. Al suo ritorno conservò gelosamente le scoperte e incominciò ad applicarle prima in casa, poi in Ferriera e infine nei saloni della Basilica, dove s'incominciò a cucinare lo spezzatino che da quel momento prese il nome di "stufato alla sangiovannese" perché solo qui lo si faceva con i nuovi ingredienti e soprattutto con carne delle gambe anteriori di vitello adulto, dando al piatto un gusto diverso dallo spezzatino.

Il segreto piano piano passò da un cuoco all'altro degli Uffizi (ogni Uffizio aveva il proprio cuoco), dando vita ad una vera e propria competizione che ancora oggi si conserva, e poi di casa in casa, nelle osterie e nei ristoranti della città. Ma l'originaria ricetta è rimasta legata agli Uffizi e solo in questa circostanza viene applicata. L’Associazione Pro Loco e l’Amministrazione Comunale di San Giovanni (Ufficio Turismo e Attività Produttive), da sempre consapevoli dell’immensa

STUFATO ALLA SANGIOVANNESE:

Ingredienti: Carne di vitello: muscolo di zampa , battuto o trito di cipolla, sedano, carote e prezzemolo; a parte, battuto fine fine di aglio e bucce di limone; sale, pepe, spezie e un po' di noce moscata; ossi della bestia, olio d'oliva, vino rosso, un po' di conserva.

Preparazione: Il segreto è difficile a spiegarsi perché dipende da una serie di cose importanti come: la quantità e tipo di carne, tipo di tegame, mestolo col quale deve essere ben girato il tutto, infine la mano che lo lavora. Mettere la carne nel tegame con l'olio e i due battuti. Mettetevi sale, pepe, comuni spezie e noce moscata. Girare il tutto col mestolo e mettere al fuoco. A parte si è messo a bollire lentamente gli ossi con solo acqua. Rosolare bene finché l'olio in fondo al tegame non appaia

trasparente. A questo punto aggiungere vino rosso in quantità che ricopra la carne e farlo evaporare a fuoco vivace. Quando si è ritirato, assumendo un colore marrone, aggiungere un po' di conserva in quantità tale da non dare alla carne un aspetto troppo rosso. Si aggiunge il brodo degli ossi via via che la carne lo richiede. Un quarto d'ora prima della cottura si aggiunge un pizzico di noce moscata. Il tutto deve bollire lentamente per circa quattro ore.

Attenzione: le date indicate possono subire variazioni. Invitiamo pertanto i lettori ad informarsi contattando gli organizzatori dei vari eventi per sapere in quali giorni si terrà l'edizione del corrente anno

Lunedì, 26 Febbraio 2018 08:25

Cosa Vedere in Casentino

Il Casentino è una delle quattro vallate principali della provincia di Arezzo; situato a nord della provincia, si estende per una superficie di circa 800 km², e conta 48.870 abitanti.

È la valle in cui scorre il primo tratto del fiume Arno, che nasce dal monte Falterona (1654 m s.l.m.). Il monte Falterona, assieme al monte Falco (1658 m s.l.m.), costituisce infatti il limite settentrionale della vallata, ai confini con la Romagna. L'Alpe di Serra e l'Alpe di Catenaia separano, a oriente, il Casentino dall'alta val Tiberina. A ovest il massiccio del Pratomagno lo separa dal Valdarno superiore. I rilievi occidentali del complesso del monte Falterona, infine, separano la valle dal Mugello.

Il Casentino ha una forma approssimativamente ovale il cui asse maggiore misura circa 60 chilometri ed il minore circa 30. Paesaggisticamente varia dalle grandi foreste delle zone di montagna alle zone pianeggianti e collinari del fondovalle.

Le caratteristiche peculiari del territorio sono probabilmente una delle cause che hanno indotto Francesco d'Assisi a scegliere la Verna (oggi sede di un convento francescano) come luogo di preghiera, e san Romualdo a fondare l'eremo di Camaldoli.

Se si considera il punto di vista meramente geografico, il Casentino comprende alcuni piccoli tratti di comuni delle province limitrofe, come ad esempio la zona del comune di Londa tra l'attuale confine provinciale e il valico della Croce dei mori.

Dal punto di vista amministrativo la vallata è ripartita in 12 comuni: Bibbiena, Capolona, Castel Focognano, Castel San Niccolò, Chitignano, Chiusi della Verna, Montemignaio, Ortignano Raggiolo, Poppi, Pratovecchio Stia, Subbiano e Talla. I principali centri casentinesi sono quelli di Poppi, che fa parte del club dei "borghi più belli d'Italia", e Bibbiena, principale centro artigianale e industriale.

Il 6 e 7 maggio 2012 si è anche tenuto il primo referendum consultivo regionale volto alla costituzione di un comune unico del Casentino. La popolazione casentinese però, chiamata a partecipare al referendum consultivo ha risposto negativamente all'accorpamento degli attuali 12 comuni che compongono la vallata.

Storia

Il Casentino era abitato sin dalla più lontana preistoria, si ritrovano nel territorio tracce di insediamenti del paleolitico medio. Un grossolano errore dei testi antichi attribuisce in nome del Casentino a quello della tribù ligure dei Casuentini, invece il nome compare in epoca Carolingia in riferimento alla zona di Romena. È comunque attestata la presenza di popolazioni di stirpe ligure nella zona di Catenaia e sul Pratomagno. Nel periodo etrusco sono presenti molti insediamenti e sul suo territorio si ritrovano importanti luoghi di culto quali il lago degli idoli, nel quale sono state recuperate nel tempo migliaia di statuette votive ed oggetti oggi esposti nei più importanti musei del mondo. La Pieve a Socana fu edificata sulle rovine di un tempio romano a sua volta edificato sulle rovine di un tempio etrusco del quale si conserva un'ara del V secolo di grandi dimensioni. Nel Medioevo ebbe particolare risalto per le vicende legate al centro Italia ed all'espansione Fiorentina. Si ricorda la famosa Battaglia di Campaldino ove combatté anche Dante Alighieri.

I castelli del Casentino

Zona di confine, la valle ha visto contrapporsi le popolazioni dei Longobardi, dei Goti e dei Bizantini, che hanno attestato la loro presenza sul territorio con fortificazioni a partire dall'alto Medioevo. Il numero delle torri, dei fortilizi dei castelli residenza e dei borghi fortificati supera le 60 unità. Questi sorgevano quasi sempre sulle alture, lungo le arterie viarie e presso passaggi obbligati, a controllo e dominio del territorio. Le fortificazioni dell'alto Casentino sono appartenute prevalentemente alla dinastia dei Conti Guidi, mentre da Bibbiena fino a Subbiano erano soggette alla famiglia dei Vescovi-Conti della città di Arezzo. Dalla seconda metà del XV secolo il Casentino seguì le sorti legate alla città di Firenze.

Ad oggi sul territorio del Casentino si possono ancora scorgere molti di questi castelli, torri e fortificazioni, sebbene in numero esiguo rispetto a quello originale; tra quelli meglio conservati, il castello di Poppi, che domina in posizione centrale la vallata dall'altura su cui sorge il borgo di Poppi; a nord della vallata tra i comuni di Stia e Pratovecchio il castello di Romena, risalente all'XI secolo, anch'esso in posizione dominante, si presenta come un complesso di ruderi, oggetto di un recente restauro, caratterizzato dalle sue 3 torri quadrangolari e da una strada di accesso con 2 lunghe file di cipressi; poco più a nord il Castello di Porciano, essenzialmente una grossa torre quadrangolare costruita attorno al 1000, che fu restaurata dopo un accurato scavo archeologico ed è oggi abitazione dei proprietari e museo archeologico etnografico, la torre ben si integra con il borgo che la circonda: l'insieme ha mantenuto la sua antica conformazione grazie a rigidi vincoli architettonici. Porciano possiede una notevole visuale sull'intera vallata (in condizioni atmosferiche favorevoli dal borgo di Porciano si arriva a scorgere la piana in cui sorge Arezzo); più a sud, nel centro storico di Bibbiena presso piazza Tarlati, è ben visibile la Torre dell'Orologio, ovvero ciò che rimane, insieme ad un tratto di muro perimetrale e ad una piccola torre, dell'antico castello distrutto durante la battaglia di Campaldino, nel 1289.

Molti dei castelli e delle torri del Casentino sono stati distrutti nel corso di battaglie, in particolare alla fine del Quattrocento: all'epoca il capitano di ventura Bartolomeo d'Alviano, al soldo di Venezia, distrusse molti degli avamposti fortificati fiorentini, non essendo riuscito ad espugnare quello principale, ovvero il castello di Poppi; tra i castelli distrutti, il castello di Fronzola, a pochi chilometri da Poppi, che in passato aveva avuto un ruolo politico e strategico di primo piano sul territorio casentinese (la posizione del castello era favorevole per usare armi di assedio verso Poppi, Bibbiena, e l'intera piana di Campaldino); il castello, accessibile raggiungendo la località di Fronzola nei pressi di Poppi, si presenta oggi come un insieme di ruderi in stato di abbandono, in gran parte ricoperti dalla vegetazione. Altri castelli casentinesi in rovina sino ad epoche recenti, ebbero una sorte migliore rispetto a quello di Fronzola: è il caso del Palagio Fiorentino, situato a Stia, e del castello di Valenzano, situato invece all'estremo sud della vallata; i ruderi dei castelli, entrambi di antica edificazione (il primo risale al XIII secolo, il secondo fu realizzato a partire dal X secolo) furono oggetto di intense attività di restauro alla fine dell'Ottocento, che conservando l'aspetto originario dei castelli, introdussero anche degli elementi architettonici di influenza tardo romantica.

Turismo

L'attrattiva turistica del Casentino è da ricondursi prevalentemente ai suoi ambienti naturali e al suo isolamento geografico. Circondato da aree montuose con rilievi che raggiungono anche i 1658 metri (monte Falco) coperti da estese aree boschive in buona parte comprese nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Il potenziale turistico del Casentino sta nel fatto di costituire un perfetto campione storico ambientale rappresentativo dell'Italia Centrale. Nel fondovalle vi sono centri storici cresciuti attraverso vicende e fasi equiparabili a quelli delle città più grandi di altre zone; sui pendii montuosi vi sono i ruderi di un centinaio di castelli dei quali si è solo conservato il villaggio che ne conserva il nome. Dai pascoli di altura si passa alle faggete, quindi ai castagneti, al querceto e ai coltivi, oggi residui del sistema mezzadrile sul versante appenninico e di una piccola proprietà montana un tempo dedita alla pastorizia e alla raccolta delle castagne sul versante del Pratomagno. Tutto ciò è valorizzato da una straordinaria quantità di documenti storici, ancora poco esplorati, che illustrano ogni aspetto dello sviluppo della vallata da prima del XII secolo, fino ai nostri giorni.

Nel Casentino figurano anche diversi punti di interesse, artistico e soprattutto religioso; oltre ai castelli e alle torri citate nella sezione "I Castelli del Casentino", di particolare interesse sono la Pieve di Romena, una chiesa romanica nel comune di Pratovecchio, e importanti centri religiosi come il Santuario della Verna, il Monastero di Camaldoli, l'Eremo di Camaldoli e il santuario-monastero di Santa Maria del Sasso, presso Bibbiena.

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